
UN, DUE, TRE, STORYTELLING!
Un, due, tre, storytelling! Come un punto debole è diventato il mio punto di forza per lo storytelling.

Per poter raccontare le emozioni bisogna per prima cosa sentirle, ascoltare ciò hanno da dire, comprendere come si svolge il dialogo interno tra l’emozione e la tua testa, ed infine tradurle attraverso la comunicazione.
Questo non sarebbe stato possibile se compreso che la mia sensibilità non era un lato negativo del mio essere. Ma era la scintilla che mi permetteva di innescare tutta la catena di emozioni.
Ho sempre pensato che essere sensibile fosse un punto dolente, perchè agli occhi altrui posso sembrare debole e quindi attaccabile.
Invece col tempo la sensibilità è diventata il motore del mio storytelling.
Quando decido di visitare una località del Friuli non cerco informazioni, perchè leggere o interpretare i punti di vista altrui va a influenzare troppo il modo in cui percepisco le emozioni che quel luogo mi vuole trasmettere.
Questo non significa che mi lascio guidare dal caso, anzi, tutto segue una pianificazione.
Lascio che sia mio marito a documentarsi e poi a tavolino scegliamo la meta tra le varie opzioni che abbiamo individuato; i parametri solitamente sono il tempo a disposizione, gli eventi che si possono raccontare e l’ispirazione.

Viaggiare non è necessariamente uno spostamento.
Si può viaggiare in molti modi e la bravura è quello di renderlo più naturale possibile. Riuscire a raccontarlo invece è un’altro paio di maniche, perchè non è facile tradurre le emozioni in modo che anche gli altri riescano a provarle nella lettura. L’emozione è soggettiva.
Lo storytelling è un modo di raccontare una storia, basata sulle emozioni, che invoglia il lettore a continuare nella lettura.
Io applico questo principio alle mete che visito in Friuli, e la sensibilità è sempre la base per ogni mio viaggio. Vedo riflesso il mio entusiasmo nelle persone che incontro nelle visite; quando vado a raccontare il mio progetto dedico un minuto a spiegare perchè utilizzo le emozioni nei miei racconti e il riscontro è sempre positivo, quasi inaspettato.
L’idea è sempre quella di raccontare quello che un posto offre ai visitatori, solo che scelgo un modo totalmente diverso di esprimerlo.
Le emozioni danno quel pizzico di pepe in più nell’esperienza di viaggio.
Non amo visitare dei luoghi che rimangono asettici, quasi immobili nel loro essere, perchè non mi comunicano nulla di loro. Non amo leggere i cartelli informativi, perchè dopo qualche riga non catturano più la mia attenzione. Non amo quando vengono tralasciati i dettagli epici che si nascondono dietro una vicenda a favore dei fatti storici, perchè rendono la storia meno affascinante.
I ricordi che si imprimono indelebili nella mia memoria sono scatenati da qualcosa che mi ha catturato e che inevitabilmente ha scatenato un’emozione. Scalpore, stupore, incredulità, bellezza, non importa se bella o se brutta. Quell’emozione ha definito il mio ricordo.
Lo storytelling è importante nell’ambito del viaggio. Dico viaggio, ma non mi riferisco al solo spostamento da un luogo ad un altro, mi riferisco anche ad un viaggio introspettivo, un viaggio nella conoscenza di qualcosa, un viaggio nella fantasia.
La sensibilità è la base del mio storytelling perchè mi aiuta a percepire oltre che le sensazioni, anche l’attimo di uno scatto fotografico. Spesso vengo catturata dalla luce, da un dettaglio o semplicemente da un colore che irrompe nella scena facendo sì che io mi immagini una storia di fantasia oppure collegamento con una memoria.
Lo storytelling è affascinante e rende i luoghi affascinanti.
La fantasia è imprescindibile dallo storytelling e dalla sensibilità, senza non riuscirei a carpire gli input che i luoghi mi trasmettono. Sembra stupido, ma quando ho visitato il Castello di Artegna mi sono sentita una dama e di conseguenza sono arrivate le idee per le foto, allo stesso modo ieri ho visitato il Castello di Ragogna e passeggiando sui camminamenti delle merlature ho vestito, con la mia immaginazione, i panni di una sentinella trovando l’ispirazione per un racconto e uno scatto.
Tutto questo non accade se non ascolto ciò che la pelle trasmette al cervello, e se la fantasia non scatena il viaggio creativo da dove nascono parole, foto e racconti.
Lo storytelling non è solo parole.

Il mio modo di esprimere le emozioni all’interno di un viaggio in Friuli sono le parole scritte sul web e l’archivio degli scatti fotografici. Per altri il modo d’espressione può essere una forma d’arte alternativa, come la street art oppure un fumetto.
Il mio parere è che l’unico modo per fare dello storytelling non siano solo parole e le emozioni, ma esistano altre forme. La musica racconta emozioni, posso legare un viaggio ad una canzone. Il silenzio racconta emozioni, l’immobilità di un luogo è un modo di comunicare dirompente. La natura racconta emozioni. I colori raccontano emozioni.
E allora. Un, due, tre, storytelling!
Se ti togli il guscio della quotidianità, lasci andare tutte le cose superflue e negative che ti porti dietro e ti fermi a respirare veramente l’anima del posto che ti accoglie, sono convinta che puoi comprendere il fascino di tutto quello che hai appena letto.
Sensibilità, emozioni, fantasia e creatività danno vita ad un modo di comunicare diverso, che è lo storytelling!
Ridi, viaggia, vivi!
P.s. leggi qui lo scorso articolo dove ho riassunto tutte le tappe della mia estate in Friuli!
Ylenia
Potrebbe anche piacerti

CENTRO COMMERCIALE ATRIO: IL POLO DELLO SHOPPING SENZA CONFINI
Settembre 1, 2019
COME FACCIO A RIVIVERE UN VIAGGIO CON UNA PALLINA DI GELATO?
Luglio 30, 2018
34 commenti
Flabulous Way
il tuo articolo è davvero emozionale!!! lo abbiamo letto tutto di un fiato! complimenti!
wp_8292081
Grazie mille! Sono felice vi piaccia!
sheila
il bello della vita è anche saper viaggiare con la mente e beato chi ha la capacità poi di far sognare con le parole
wp_8292081
Credo sia una capacità che si può allenare, ma una cosa di base deve esserci il cuore.
Sara
Spero tanto un giorno di avere questa voglia di viaggiare come ce l’hai tu con tuo marito! Ti invidio tantissimo
wp_8292081
Vedrai che riuscirai a costruire anche tu la tua favola 🙂
Elisa
Hai perfettamente ragione e le tue parole sono bellissime!
Solo chi sa cogliere il bello della semplicità, delle piccole cose può riempirsi davvero gli occhi e il cuore di “meraviglia”. W il viaggio in tutte le sue forme!!!
wp_8292081
Evviva il viaggio!!! Grazie per le tue parole!
coolclosets
la sensibilità è un fattore straordinario, credo che tutti noi dovremmo usarlo come guida
wp_8292081
Si la sensibilità io la vedo come una capacità di emozionarsi davanti alla semplicità, grazie mille!
Anna Di
Molto affascinante il tuo modo di vedere il viaggio, mi ci ritrovo molto nelle tue parole. Anche io cerco di evitare di gurdare o studiare i posti per non farmi influenzare, preferisco che siano i luoghi a parlarmi! Ottima riflessione Yle
wp_8292081
Grazie Anna, sei gentilissima 🙂
Sofia
Ridi, viaggia,vivi. Bellissimo 🙂 grazie per i preziosi consigli su come fare un buon storytelling
wp_8292081
Grazie mille Sofia, io ti ammiro tanto e seguo il tuo progetto da lontano <3
Greta
Non tutte ci riescono a fare un buon storytelling…… alcuni blog mi annoiano veramente molto. tu invece riesce veramente a rendere l’idea di cosa hai provato….. ci fai sentire davvero le tue emozioni
wp_8292081
Grazie Greta, sapere che il mio messaggio riesce a passare attraverso le mie parole è motivo di tanto orgoglio da parte mia!
I VIAGGI DI LIZ
Difatti io prediligo chi fa del viaggio un’emozione, chi lo racconta con elementi mai noiosi e ripetitivi. Non leggo liste di cose da vedere, piuttosto dono il mio tempo a chi traduda emozione con lo storytelling. BRAVA!
wp_8292081
Grazie mille, mi rende felice sapere che condividi il mio pensiero!
Simona
Condivido ogni singola parola! Senza emozione non si va da nessuna parte! 😘
wp_8292081
E’ vero simona 🙂 Evviva le emozioni senza filtri!
Raffi
Mi piace il tuo modo di intendere un destination blog e il suo story telling. Io faccio la stessa cosa su Instagram, utilizzando un artificio letterario nella scrittura delle captive.
wp_8292081
Grazie per il complimento 🙂 anche io ti seguo sempre volentieri!
inviaggiocolbisonte
Se non si mettono emozioni in quello che si scrive si trasmettono solo nozioni che, però, si possono trovare magari anche in modo più dettagliato da altre parti piuttosto che su un blog!
wp_8292081
Giusto! condivido il tuo pensiero!
Jasmine
Bellissimo articolo, hai ragione bisogna lasciarsi trasportare un pò dalla emozioni 🙂
wp_8292081
Grazie Jasmine, qualche volta mi lascio emozionare anche troppo. Ma è una mia caratteristica distintiva!
MONICA MATTIOLI
Ho fatto la tesi sullo Storytelling. E i tuoi racconti carichi di emozioni ed esperienze meritano di essere messi neri su bianco tramite l’uso dello storytelling!
Martina Bressan
Ottimi consigli su come fare storytelling. Io non penso di essere così brava! Da questo articolo traspare quando ti piace viaggiare, e con le tue parole cariche di emozioni mi hai fatto emozionare
Marlene
Senza emozioni non esisterebbe una buona scrittura. Brava che riesci a trasmettere tutto questo.
wp_8292081
Non lo so se riesco a trasmettere, una cosa che è certa è che ci metto il cuore 🙂
elena - viaggiodolceviaggio
…e infatti, a mio parere, scrivi benissimo! Hai fatto proprio bene ad intraprendere questa strada!
wp_8292081
Grazie mille Elena!
Cinzia
Davvero interessante! Anche io sono moooolto sensibilie ed emotiva… e non sempre lo vedo come un pregio, anzi! Sto cercando di documentarmi e di imparare qualcosa in più sullo storytelling… speriamo in bene!
wp_8292081
La sensibilità non è sempre e solo una caratteristica negativa, anzi più sei sensibile al contesto e più puoi carpirne le sfumature 🙂